Dove classe, personalità, gusto ed eccellenza si toccano con mano
Milanesi in trasferta a La Cantina Dell’Archivolto, oggi, per un pranzo che invita a toccare con mano – anzi, con le mani – autenticità ed eccellenza. Un luogo dove i classicismi della tavola gourmet vengono demistificati con ironia e leggerezza, in un gioco che invita a lasciarsi trasportare lungo un’esperienza gastronomica che è innanzitutto convivialità e divertimento.

La storia
L’Osteria L’Archivolto dei fratelli Sebastiano e Rosario, a pochi metri dall’omonima cantina, nasce nel 1999, e diventa presto un punto di riferimento in terra di confine fra Piemonte e Liguria, dove la proposta gastronomica goduriosa e genuina si sposa alla all’accoglienza calorosa di un ambiente piacevolmente rustico. Non c’è milanese che sappia resistere al fascino bucolico della trattoria di paese e alla generosità confortante di un’esperienza culinaria scevra da sovra-strutture, bensì schietta, sincera, materica e reale.

A fianco del ristorante, c’era una volta la gastronomia. Vent’anni dopo, nasce l’idea di trasformarla in enoteca e, così, nel 2019, viene affidato a Luca l’incarico di gestirla. Precedentemente Maître Hotel del Miramare di Sanremo *****L, e prima ancora, Second Maître di Villa Crespi di Antonino Cannavacciuolo, Luca conosce bene teoria e pratica del bello, che, negli anni, ha saputo interiorizzare e interpretare secondo una maniera tutta sua, che è sintesi di umiltà, determinazione e impegno.

La liste des vins
La carta dei vini de La Cantina dell’Archivolto è un’accurata selezione di etichette di pregio, che spaziano dall’Italia alla Francia fino al resto del mondo. Degno di nota il capitolo sullo Champagne, che lascia spazio alle grandi maison quanto ai piccoli produttori, secondo l’unico, infallibile fil rouge dell’eleganza.


Da cantina a boutique bistrot
Inizialmente, La Cantina era pensata come wine shop. “Ma io non so stare fermo“, dichiara Luca nel raccontare l’evoluzione del locale in un sofisticato – e mai impostato – boutique bistrot dove servire, oltre che vino d’eccellenza, piccole tapas ispirate alle ricette classiche della tavola ligure-piemontese. I piatti tradizionali, rivisitati in chiave creativa e informale, vengono preparati e presentati nel nome della convivialità – da qui l’idea del lungo tavolo centrale – e dell’essenzialità.



Un format, questo, che fa della liberazione dall’eccesso e dell’auto-ironia i propri capisaldi, a fianco dell’irrinunciabile qualità e cura del dettaglio. Leggerezza e mai superficialità, quindi, perché la cantina è un piccolo scrigno del tesoro, e la carta è composta da bocconi mignon di gran classe. Un approccio less is more che premia la sostanza e celebra l’haute cuisine senza mai prendersi troppo sul serio.



La cucina è la stessa dell’Osteria, raccontano Luca e chef Claudio durante una piacevole chiacchierata che ben si accompagna a Moscato e piccola pasticceria: un fine pasto distensivo e rilassante, in linea con l’atmosfera di pace che si respira in una giornata di sole e d’autunno qui a Ovada. La distanza da Milano è poca, ma già sufficiente per rigenerarsi.


La piccola – anzi, “MIKRO” – pasticceria si ispira alle costruzioni Lego e le tapas proposte in carta nascono quasi tutte per essere mangiate con le mani o, se proprio non si vuole rinunciare al bon-ton, con l’ausilio di piccole posate. Il carattere corsivo scelto per il menu, così come la carta spessa su cui è stampato, si abbina perfettamente a ostriche e foie gras, ma le grafiche colorate sono un chiaro invito a lasciarsi andare. Raffinatezza non implica necessariamente formalità: qui a La Cantina dell’Archivolto si mangia e si beve bene, divertendosi.

Piccola perla da scoprire a Ovada, La Cantina dell’Archivolto è tappa ideale lungo la strada che da Milano porta al mare, o, perché no, come piccola coccola da dedicarsi ogni volta che si desideri abbandonare la città spinti dalla gola, dalla curiosità e, ça va sans dire, dalla voglia di giocare un po’.

Crediti foto: Silvia Vecchione
Piazza Giuseppe Garibaldi 32, Ovada
0143 835208
