Al nuovo Mirepuà, Federico Ferrari e Gaia Fassone abbracciano la classicità della cultura eno-gastronomica piemontese ravvivandola secondo il gusto contemporaneo.

Due partivano da Genova e tre da Milano. Il ritrovo? Il ristorante Mirepuà al Cascinone, sulle colline che circondano la bella cittadina di Acqui Terme. Un pranzo tra famiglia e amici, a casa di amici. Sì, perché Gaia Fassone e Federico Ferrari sono diventati per me amici di tavola, un punto fermo nel panorama della ristorazione gourmet piemontese.

La storia
Li avevo conosciuti a Rivalta Bormida, quando il loro ristorante risiedeva tra le mura settecentesche di Palazzo Bruni. La preziosa dimora patrizia, sospesa nel suo charme aristocratico, giustapponeva, alle creazioni di chef Federico in cucina e al volteggiare di Gaia in sala, preziosi affreschi d’ispirazione barocca. Ora, Mirepuà Food Lab – che, nel nome, sintetizza efficacemente attaccamento alla classicità e apertura alla sperimentazione – dalla bomboniera signorile di Palazzo Bruni ha scelto di trasferirsi in una location di più ampio respiro e sguardo all’orizzonte.

Gaia e Federico sono arrivati al Cascinone nel mese di aprile 2019. Una novità, quindi, che gode già di un vivace passaparola e di una buona visibilità (almeno tra milanesi e genovesi, complici i consigli topfloor). Il Cascinone non offre solo una vista suggestiva sulle colline e i vigneti circostanti. Infatti, con i suoi saloni ariosi, l’eccellente cantina e la prestigiosa storia, la tenuta, che risale al 1920, supporta l’attività del ristorante in un gioco virtuoso di arricchimento reciproco. Bellezza, natura e heritage in efficace pendant con pairing food & wine a km 0: cosa desiderare di più da un pranzo della domenica fuori porta?

La filosofia
La cucina di Federico nasce dal territorio: il posto d’onore va alla materia prima e alla stagionalità degli ingredienti, che si fonde con la cura della tradizione piemontese e la sua rivisitazione in chiave creativa. “Mirepuà” in cucina è classicismo (“mirepoix”, dal francese, significa “soffritto”) ma qui è scritto secondo un codice innovativo e fresco, giovane, come Gaia e Federico, che non si stancano mai di mettersi alla prova e di ricercare sempre accostamenti nuovi e tocchi insoliti. Eleganza ed equilibrio, insieme al rispetto della cultura eno-gastronomica locale, restano elementi indiscussi.

Il menu

Il menu si compone di una degustazione da 4 portate,”Territorio e tradizione”, e di una da 5 portate, “Tradizione e innovazione”. Per chi ha meno di 30 anni, la voce #Under30 nasce per avvicinare i più giovani all’alta cucina “abbattendo la barriera del prezzo e della formalità”. La proposta di tapas “piemontesi e non” è un esempio calzante della mentalità aperta e curiosa che anima il lavoro di Gaia e Federico: robiola di Roccaverano con confettura homemade, filetto baciato, crudo di Saint Marcel, acciughe al verde, giardiniera al tonno…sono solo alcune delle squisitezze disponibili in versione mignon. Tapas para compartir, o meglio à partager, vista la geografia del luogo. La proposta alla carta comprende una selezione varia di antipasti, primi, secondi e dessert, con un occhio ragionevolmente rivolto al rapporto qualità/prezzo. Cucina di valore, a valore: anche questo piace di Mirepuà.

Oltre ai percorsi suggeriti dallo chef, a chi preferisce selezionare liberamente i piatti, consiglio il tonno di coniglio, l’agnolotto quadro monferrino e il filetto di maialino con asparagi e moscato. Se avete spazio per il dolce, il dessert “Notti al bar Dante” è sintesi e trasposizione di un’esperienza di vita di chef Federico. Ricca è la selezione di formaggi e sfiziosa la piccola pasticceria (Les Petit Madeleines, toujours oui!), servita, se si desidera, in accompagnamento al caffè della moka.

Galleria del nostro pranzo












Meglio prenotare in anticipo, perché durante la bella stagione Mirepuà è meta prescelta per pranzi in famiglia e occasioni di festa. Quando ci siamo stati noi, purtroppo, diluviava, ma la vista sulle colline è comunque riuscita a colpirci. Programmi per il primo weekend di giugno? Pare ci sia bel tempo…


Foto di Elisa Passuello
Crediti foto: Letizia Cigliutti per la foto di copertina e dove indicato. Silvia Vecchione per il resto degli scatti. Elisa Passuello per il mio ritratto.
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